La denominazione Valle d’Aosta Doc

La Valle d’Aosta con poco più di 460 ettari vitati complessivi, dei quali oltre la metà a denominazione di origine, con una produzione enologica che raggiunge lo 0,1% di quella nazionale, rappresenta uno scrigno ricco di tradizioni e peculiarità con una straordinaria ricchezza viticola ed enologica. Quella valdostana è una viticoltura antica che ha saputo mantenere la propria identità distintiva e risalente con ogni probabilità al periodo pre-romano, anche se furono indubbiamente i Romani a razionalizzare gli impianti e le produzioni.

Da una così lunga storia scaturisce una ricca collezione di vitigni autoctonie tradizionali: i primi selezionati nei secoli attraverso incroci intraspecifici, i secondi costituiti da biotipi di vitigni provenienti dalle aree limitrofe. In Valle d’Aosta si trova ben radicata e valorizzata una selezione di uve dai nomi caratteristici, tra i quali gli autoctoni Fumin, Cornalin, Mayolet, Premetta, Prié Blanc (Blanc de Morgex), Vuillermin, Petit Rouge e Vien de Nus (questi due ultimi rappresentano i vitigni a bacca rossa più diffusi a livello regionale). Sul territorio valdostano, accanto ai tradizionali Pinot Grigio (localmente chiamato Malvoisie), Moscato bianco e Picotendro (Nebbiolo) sono diffusi vitigni di più recente introduzione tra i quali Pinot Nero, Syrah, Chardonnay, Muller-Thurgau, Gamay e Petite Arvine.

Dal 1985 la regione prevede una sola Denominazione d’Origine la Valle d’Aosta DOC, suddivisa in sette sotto-denominazioni:

  • Donnas
  • Arnad-Montjovet
  • Chambave
  • Nus
  • Torrette
  • Arvier
  • Morgex-La Salle

La superficie dedicata alla viticoltura spazia dagli erti vigneti dell’Alta Valle, ubicati nella zona di Morgex ben oltre i 1000 m s.l.m. e culla del Prié Blanc (vitigno ancora a piede franco), alle magnifiche vigne terrazzate da Arvier a Saint-Vincent, fino ad arrivare ai vigneti caratterizzate da pergole, spesso sorrette da colonne e capitelli in pietra, tra Montjovet e Pont-Saint-Martin, laddove la viticoltura valdostana comincia a risentire dell’influenza del vicino Piemonte.

La vallata centrale, dove si concentra la produzione vitivinicola, è caratterizzata da terreni morenici, sabbiosi e sciolti e da un clima continentale con scarse precipitazioni annue, una ventilazione costante e significative escursioni termiche tra il giorno e la notte, tutti fattori predisponenti allo sviluppo degli aromi varietali nelle uve coltivate.

Un altro elemento distintivo della viticoltura valdostana, contraddistinta generalmente da appezzamenti di ridotte dimensioni, si esprime attraverso l’importante ruolo agro-ambientale dei vigneti che, oltre a svolgere una funzione di tutela dal pericolo di frane e smottamenti dei versanti, sono in grado di caratterizzare il territorio contribuendo ad arricchirne il valore paesaggistico.